mercoledì 29 aprile 2020

Cammino, perchè correre mi siddia.


Vivo in un mondo che mi scorre fra le mani troppo velocemente. Sempre connesso, sommerso da email, messaggi, telefonate, appuntamenti. Ogni giorno formulo domande o fornisco risposte, il tutto con una frenesia inaudita. Io non voglio affannarmi. Voglio prendermela comoda, riflettere, perdere del tempo a guardare, osservare e anche a pensare lentamente senza sentirmi in colpa se mi attardo. Stu curriri mi siddia, questo correre mi annoia, mi infastidisce; questa velocità che sconfina nella distrazione colpevole, ma comoda, non è per me. Io sono pigro e voglio andare piano, non voglio correre, voglio accorgermi di tutto ciò che mi succede. Mi piace camminare e guardarmi intorno. Mi piace avere tempo per guardare la gente e ricordarne i volti.
Cammino perché curriri mi siddia. Camminando faccio i conti con la mia storia e le mie ferite.
Per questo ho bisogno di un tempo lento.
(Foto scattata a Bronte all'arrivo, nel 2016, con Cinzia Scivoletto alla 50km Etna Extreme organizzata da Aldo Siragusa. Il testo di questo post è un estratto, dal primo capitolo, del mio libro sulla camminata sportiva. Un pò romanzo ed un pò manuale tecnico).

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